Il nostro #ecomuseo è un po’ come il lievito madre”, prende dal passato, è tenuto vivo dalle amabili cure di menti sapienti, è una ricchezza che ci viene concessa perché qualcuno l’ha custodita.
Dall’ultimo appuntamento della serie “Associazioni per ecomuseo” con Donne Novantanove abbiamo imparato certamente che il tempo porta i suoi buoni risultati se ben rispettato. Il tempo che attendevano le donne del passato, le nostre nonne, per avere un buon pane o una focaccia.

Univano prima acqua e farina, attendevano che la fermentazione facesse il proprio corso, ne ottenevano un lievito, “madre” per l’appunto, che avrebbero poi tramandato per centinaia di anni, alle proprie figlie e nipoti, rigenerato con cura ogni giorno.

Poi ne utilizzavano una parte, per impastare di notte quando il fornaio passava ad avvisare che era giunto il proprio turno al forno comune.

Impasti tenuti al caldo nella mantella di lana di pecora gialla e nera, pani che avrebbero poi sfamato le grandi famiglie unite attorno ad una tavola.

Oltre le storie raccontate, i consigli scambiati e le risate condivise,tutti i presenti hanno potuto apprezzare i profumi e i sapori che possono venir fuori dalle mani di un’abile mastra fornaia. Tutti quanti abbiamo goduto della compagnia di un gruppo attivo e accogliente, propositivo e genuino. Grazie Donne99!
Alla prossima! E continuate a seguire gli aggiornamenti di Ecomuseo.

Ph. Giorgia Botonico

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